Quello della Capanna del Sudore è un rito di purificazione che ci è giunto da tempi antichi, quasi inalterato attraverso molti tipi di culture native. Somiglia ad una sauna per l’intensità del calore, secco dapprima e umido poi, ma il paragone finisce subito quando si consideri la visione profonda, simbolica e spirituale, di cui si avvale. La Capanna costituisce infatti sia la rappresentazione del ventre materno in cui rientrare per rigenerarsi, sia l’Universo stesso, alle cui leggi eterne poterci uniformare divenendo coprotagonisti dell’evento creativo. La purificazione che si attua durante il rito, promuove una focalizzazione su nuovi valori e priorità, una giusta comprensione dei bisogni e delle prospettive e la loro collocazione in progetti innovatori condivisi.
Il buio ed il calore, il canto, le suggestioni oniriche, il suono di tamburo e sonagli, ma soprattutto l’umile e fiducioso contatto con la Terra, inducono naturalmente una condizione di leggera trance, che facilita la destrutturazione delle “maschere societarie” in favore di una più profonda e genuina consapevolezza di sé, del proprio potere e destino. Il Rito del Canto delle Pietre può essere anche individuale, per consentire, con il sostegno degli Spiriti, di lavorare alla rimozione di antichi blocchi energetici o sulla definizione di quadri di riferimento incerti o dolorosi.