Per gli antichi il corso del tempo non era scandito, come ci accade oggi, dallo scorrere delle lancette dell’orologio ma dal succedersi dei cicli stagionali della Terra e dai transiti solari nel Cielo. Era quindi ciclico e non lineare. In mezzo ad essi l’uomo partecipava – con consapevolezza e gratitudine – dell’espansione così come della contrazione. Feste e Celebrazioni scandivano, nel mondo dei nostri antenati europei, queste otto stazioni temporali, ognuna delle quali, caratterizzata da energie e sensibilità proprie, offriva all’uomo il necessario contributo per integrarlo con l’armonia dell’Universo.
L’anno aveva inizio a fine Ottobre, con la più grande di tutte le feste, quella di Samhain, per poi ricercare lentamente, nel buio dell’introspezione, il sentiero della rinascita, raggiunta e consacrata, nella felicità dei nuovi incontri, tra i fuochi di Beltane. Oggi, che solo i numeri su un quadrante o quelli del calendario scandiscono i nostri impegni, proprio oggi che abbiamo perduto la distinzione tra feriale e festivo, tra sacro e profano, proponiamo a tutti di riscoprire assieme la bellezza di questi transiti, attraverso la magia di riti cui affidarsi per creare un ordine negli avvenimenti quotidiani, e la gioia semplice e contagiosa che nasce dall’incontro.