Ruota Medicina Celtica
Gli insegnamenti degli Antichi popoli: simboli della Trasformazione
Parte generale
La Ruota di Medicina è densa di simbologie che legano tra di loro tutte le popolazioni native della terra e, con buona evidenza, collegano queste agli antichi costruttori di megaliti che le hanno precedute.
Filosoficamente riunifica, in un comune percorso di natura spirituale, l’Essere (l’eternità) e il Divenire (la mutevolezza), e quindi fisicamente il Cosmo e la singola esperienza di vita.
Il Rito della costruzione della Ruota di Medicina, che stasera vivremo tutti insieme nello spirito della Comunità, esplicita la partecipazione umana all’evento creativo avvenuto in “illo tempore”, lo attualizza e ricapitola, in un percorso ciclico stagionale, in cui ogni avvenimento memorabile, sia micro che macro, continua, al presente, ad avvenire.
La Natura, nel pensiero sciamanico dei nostri antenati europei, costituisce il contesto di mediazione interposto tra l’Essere spirituale ed ogni essere creato dalla sua scintilla ed informato alla sua ricerca. Essa rappresenta anche, attraverso le sue leggi eterne, il limite sotteso a questa ricerca: la Terra e il Cielo. Proprio un tale limite garantisce l’unicità profonda di ogni esperienza di vita e, al tempo stesso, la sua genuinità.
Il Cosmo Sciamanico viene quindi rappresentato mediante sette mistici punti che possiamo suddividere in tre gruppi: 1. Il Centro, che fonda e ispira l’esperienza; 2. Le Direzioni, che promuovono, nel ciclo del tempo, la sua ricerca; 3. La Terra e il Cielo, che ne costituiscono i limiti e il campo d’azione.
Questi sette punti possono, a loro volta, essere collocati sopra una croce i cui bracci rappresentano l’essenza stessa della Via Rossa (il cammino di crescita secondo i Nativi Americani): quello verticale costituisce l’asse dello Spirito, che trascende la materia suscitando la nostalgia di casa, mentre quello orizzontale parla la lingua sociale e cavalca i bisogni della Comunità.
Il Centro
Il Centro, come abbiamo detto, fonda e ispira. Come il punto geometrico è dunque immateriale. Possiamo riuscire ad intuire lo Spirito come ciò che promuove o attrae a sé un cammino, ma di realmente tangibile per la nostra esperienza umana c’è solo l’andata ed il ritorno, la strada appunto, con le sue vicende collocate nel tempo e nello spazio.
Per questo troviamo che spesso, nelle antiche incisioni rupestri, è il “disco”, privo di un centro “visibile”, a sostituire simbolicamente la Ruota. Non si può fare, se non eccezionalmente, l’esperienza del Centro, meglio dunque lasciare sia il vuoto a tracciare la simbologia della sua essenza/presenza. I dischi scolpiti un po’ ovunque nel mondo, e molto frequentemente in Val di Susa, sono stati spesso scambiati per “macine”.
Il Centro polarizza la crescita umana verso la sua piena consapevolezza, sapendo che questa avviene necessariamente nell’esperienza dualistica dello spazio e del tempo, per poi invertirla nel ritorno all’Uno.
La Ruota di Medicina
Esplicita la varia natura delle esperienze che ogni essere spirituale compie nella ciclicità della sua condizione.
La caratteristica dominante della Ruota è dunque la sua prospettiva dinamica, e quindi la possibilità di passare più e più volte da ognuna delle Direzioni che la compongono. Niente è definitivo, nemmeno la morte, ma tutto è in transito per il raggiungimento di un nuovo livello di esperienza.
Direzioni opposte sono del tutto equivalenti nella prospettiva del Centro della Ruota, equilibrio di ogni realizzazione. Ma quando l’orizzonte di comprensione diviene meno ampio, quando cioè nella vita quotidiana ci troviamo invischiati in uno qualsiasi dei quattro campi dell’esperienza, allora la mancanza ed il bisogno bussano alla porta e questo si trasforma in sofferenza e gabbia.
Est (Aquila)
Aria(Spirito)-Profezia-Nascita-Intuizione-Lungimiranza
Non vediamo l’Aria, la percepiamo quando è in movimento e la chiamiamo vento. Nello stesso modo non vediamo lo Spirito, ma lo sentiamo in azione negli avvenimenti, attraverso i suoi messaggeri.
C’è una profezia che vola nel firmamento ancora prima della nascita di ognuno di noi. Essa descrive la nostra bellezza e ci istruisce su come portare questa bellezza nel mondo. Ancora oggi, nel silenzio, risuona.
Il bambino è tutt’uno con la sua esperienza, per lui la realtà è il sogno. La nascita nel mondo delle forme ha il suo prezzo che porta alla separazione tra soggetto osservatore ed oggetto osservato: il giudizio.
L’intuizione può generare quella sottile inquietudine che spinge sulla strada della ricerca interiore. La debole fiamma di una candela segna il passaggio epocale tra buio e penombra.
All’Est tutto è davanti, quasi niente dietro. Non possediamo nessuna garanzia o paracadute e, pertanto, è necessario confidare nella bontà del processo, al potenziale, ed affidarsi ad essi.
L’Aquila è il custode dell’Est. Essa ci spinge ai limiti stessi del visibile, a credere nei nostri mezzi, ad anteporre la realizzazione del percorso interiore a qualsiasi compromesso. La solitudine le appartiene.
Nemico: Rassegnazione e Conformismo
Sud (Cervo)
Fuoco(Passione)-Manifestazione-Fiducia-Verità-Branco
Prendere coscienza di chi siamo e cosa vogliamo realizzare, vuol dire bruciare di passione. Essendo esplosiva e contagiosa non è incline alle cose tiepide e ripetitive, ma può ardere senza rimedio.
La manifestazione non si cela per paura o opportunismo, ma prende posizione contro i giochi di potere, confidando nel proprio. L’ideale la spinge a realizzare l’impossibile.
Il bambino senza l’adulto è spaesato e spaventato. L’adulto senza il suo bambino rinnega il sogno e la sua azione creativa, spengendosi. Il bambino per mano all’adulto genera la fiducia della cooperazione.
La verità è il sole allo zenit che riduce al minimo l’ombra delle cose proiettate. La trasparenza e la semplicità migliorano la qualità della vita ed i suoi rapporti con tutti gli esseri.
Il Sud indica la via del branco. Ogni realizzazione è più ampia e più forte se fatta insieme. Il branco valorizza il singolo nel suo valore specifico e ruolo, così come il singolo si pone al servizio della comunità.
Il Cervo è la sovranità, esso riconosce, valorizza e custodisce ogni elemento. Rappresenta dunque il potere inteso come servizio, che raggiunge la sua massima realizzazione sociale nella comunità.
Nemico: Paura e Diffidenza.
Ovest (Salmone)
Acqua(Memoria)-Purificazione-Trasformazione-Emozioni
L’Acqua si adatta ad ogni forma e ne conserva la memoria attraverso lo scorrere del tempo. Quando essa fluisce dolcemente propaga la vita. Quando tracima, devasta. Quando ristagna, corrompe. Così la memoria può attingere alla tradizione o caricarsi di ricordi sofferenti.
Ogni rito di purificazione richiama, direttamente o indirettamente, l’acqua. E prima di continuare il cammino c’è bisogno di sanare il passato e di tornare alla dimensione originaria.
La potatura dell’albero rende più grandi e saporosi i suoi frutti. Così l’Ovest ci invita a lasciare quelle strade divenute obsolete, per rivitalizzare nella trasformazione la nostra natura cangiante.
Mantenersi aperti al sentire emozionale, vuol dire ricercare la vita nei suoi recessi senza scadere nell’insensibilità o nel cinismo. Sviluppare la relazione in ogni sua forma, senza lasciarsene allagare.
Il Salmone ricerca le sue origini risalendo a ritroso la corrente del tempo e le difficoltà della vita, poi, una volta raggiunto il luogo che fu della sua nascita, trasmette la conoscenza profonda ai discendenti.
Nemico: Routine e Rimpianto
Nord (Orso)
Terra(Madre)-Dono-Sogno-Insegnamento-Transito
La Terra è la densità fisica della Madre, dopo che opere e realizzazioni sono state lasciate alle spalle, per concentrarsi finalmente sull’essenziale. Alla Terra conviene arrendersi, come luogo di pace e di consolazione.
Il Nord è luogo estremo: l’azione è sopita, la bramosia estinta, la vita stessa – in bilico tra noto e sconosciuto – prepara il suo prossimo avvento. E si fa dono per chi ancora ha bisogno di cimento.
Il Nord è la patria del Sogno, perché la Vita, nel suo vagabondare, dopo tanta luminosità si riappropria infine anche del buio, nelle sue stanze interiori, dove poter attendere l’inizio. La pienezza del dentro.
E nella quiete, dopo aver fatto tutto quello che andava fatto, a veglia presso il focolare, si raccontano le storie memorabili e si insegna come intrecciare il canestro per una nuova stagione di raccolti.
Poco ancora rimane per il transito, l’eredità è stata distribuita. La strada attende ora il pellegrino che la percorre, innamorato della Vita, anelante il Ritorno.
La Grande Orsa dei cieli lo accompagna, lei che, nel suo letargo, a ben compreso il mistero della vita e della morte. La potente magia della ricerca dell’equilibrio come azione dinamica di opposti.
Nemico: Certezza e Orgoglio.
Merlino per i Viandanti del Sogno